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Luoghi di Interesse

Icona categoriaPalazzo Requisenz

Note Costruito per volere di Don Giuseppe Antonio Requisenz, Principe di Pantelleria, Conte di Buscemi e Barone di Solarino, il quale nel Settembre del 1754 diede incarico a "maestri" siracusani e floridiani di costruire nel suo feudo di San Paolo Solarino "un “caseno di otto officine di sotto ed altrettante di sopra". Nel 1758, la maestranze si impegnarono a realizzare "seu finestroni per il caseno e le volte, seu dammusi o lamie in tutte le stanze dell'appalti superiori d'esso caseno, in numero di dieci tra grandi e piccoli, dovendo li suddetti fare il dammuso della camera grande a palmi diciotto di sua altezza e larghezza tutti di legname d'abeto veneziano secondo il modello che tiene il suddetto principe". Questo edificio sorto sul declinare delle colline del feudo, dentro la borgata di Solarino, con la sua lunga facciata, con le sue dimensioni e le sue semplici decorazioni, interviene a qualificare lo spazio ambientale in cui sorge e a fargli assumere significati nel contesto urbano-territoriale. "A chi arriva dalla Statale 124 il complesso si presenta frontalmente in un'ampia Piazza al centro della cittadina; i caratteri fondamentali di questa architettura si ritrovano nella rigorosa geometria dell'impianto e nell'accoppiamento cromatico dei materiali. Il tipo edilizio adottato per la costruzione del Palazzo è quello con cortile interno e il prospetto principale allineato alla Piazza. Al piano terra, oltre l'ingresso prevalgono le destinazioni di servizio, i magazzini ecc.; il primo piano, quello nobile, è costituito da una serie di camere tutte intercomunicanti tra di loro. La facciata, in corrispondenza dell'ingresso e dei balconi presenta un'accentuazione nel linguaggio architettonico e decorativo, collegati in modo da formare una stessa struttura figurativa. Gli elementi architettonici del piano terra (finestre) sono circondate da mostre in pietra e da conclusioni del tipo a frontone per allontanare l'acqua dagli infissi, mentre i ballatoi dei balconi del piano nobile realizzati anch'essi in pietra, sono sostenuti da "cagnoli" scolpiti con motivi geometrici da maestri lapicidi. La trabeazione conclusiva,posta in corrispondenza dell'appoggio del tetto, è proporzionata sia per i suoi sviluppi in altezza che in aggetto, sull'ordine sottostante alle dimensioni dell'intera facciata.

Icona categoriaOspedale Vasquez

Note Il manufatto venne costruito i un'area di 6000 metri quadrati tra il 1920 ed 1928. Esso venne realizzato in una zona panoramica e precisamente sul promontorio che sovrasta la periferia Nord del paese lungo la direttrice della statale 124 che conduce a Palazzolo Acreide. La firma dell'atto di donazione stipulato dal notaio Salvatore Giuliano nella sede del Comune alla presenza del podestà dell'epoca prof. Salvatore Cianci,ricevente e del signor Francesco Vasquez Italia,donatore, venuto espressamente dall'Argentina per consegnare lo stabile alla Congregazione di Carità di Solarino,poi Ente Comunale di Assistenza ) porta la data del 3 giugno 1928. Subito dopo la firma lo stabile venne inaugurato con una manifestazione popolare imponente e di grande effetto per rendere omaggio e gratitudine al benefattore che ne aveva voluto la costruzione realizzata interamente a sue spese con il solo obiettivo, (fa riportare nell'atto il donatore ) “ di venire in sollievo dei suoi concittadini e per onorare la memoria del defunto padre Giuseppe Vasquez di cui lo stabile avrebbe portato il nome “. Francesco Vasquez Italia (il secondo cognome assunto in omaggio alla madre ed alla cra indimenticabile patria italiana) era emigrato in Argentina e da semplice fabbro con fortuna ed intelligenza era riuscito a diventare un ricco industriale e quindi aveva voluto magnificare il suo amore verso il proprio paese realizzando un ospedale che per quei tempi di miseria e di stenti rappresentava per i solarinesi un'enorme conquista nel campo dell'assistenza medica. La bellissima costruzione in stile Liberty,su progetto portato direttamente dall'Argentina dal Vasquez,venne affidata all'impresa fratelli Pataria di Siracusa e si estendeva su due piani. Al piano terra dieci vani con i servizi e la Farmacia,al primo piano venti stanze con camerate per i degenti, numerosi servizi e le sale chirurgiche pronte all' uso. Sul davanti al palazzo,in bella evidenza,un colonnato dorico sul quale si poggiava la splendida terrazza panoramica. Il tutto immerso nel verde dei campi ed in un clima veramente salubre. L'Ospedale Vasquez non ebbe però le fortune che si aspettava l'ideatore. Si sarebbe potuto utilizzare come ospedale periferico al servizio delle comunità ubicate attorno a Solarino così come prospettato dalle autorità locali dell'epoca allorché lanciarono l'idea di costituire un consorzio tra i comuni di Solarino,Floridia, Canicattini Bagni, Palazzolo Acreide, ma invano, l'invidia e l'ostruzionismo di politici miopi lo portarono quasi alla completa distruzione con scuse banali ed ingiustificate con il risultato che il suo ideatore e realizzatore,Francesco Vasquez disgustato e fortemente amareggiato per la fine che aveva fatto il suo nobile scopo,additato,a parole,come esempio luminoso di attaccamento e di amore verso la propria patria, ruppe ogni rapporto con il suo paese natio e sospese l'invio dei finanziamenti che lo stesso aveva promesso per avviare con speditezza la gestione dell'Ospedale. Abbandonato al suo destino lo stabile venne utilizzato saltuariamente quale rifugio per profughi,per vaiolosi,per preventorio antitubercolare,consultorio per gestanti e neonati, sede di scuola Media e di scuola Materna, colonia estiva etc..Di tutto e di più ma mai come Ospedale. Anzi per togliere ogni residua speranza a chi si illudeva di poterlo finalmente adibire alla funzione per la quale era stato costruito,furono ritirate e portate a Siracusa tutte le attrezzature in dotazione,e cioè lettini,lettighe,vetrinette e tutta l'attrezzatura per le cucine. Durante l'ultimo conflitto mondiale venne anche bombardato e saccheggiato da vandali senza scrupoli che asportarono di tutto, gabinetti,vasche da bagno,porte, finestre. Solo dopo tanti anni e diversi interventi riparatori si è riusciti a rimetterlo in piedi modificandone la struttura originaria e lasciando intatto solo il frontespizio. L'Amministrazione comunale odierna si è fatto carico di modificarne la destinazione d'uso cercando di riadattarlo ed utilizzarlo, anche se parzialmente, alla originaria funzione per la quale era stato concepito. Nel gennaio del 2004 infatti si è svolta la gara di appalto per l'affitto dello stabile da adibire a Residenza Sanitaria Assistita sotto l'egida dell'Azienda Ospedaliera Regionale, che,anche se solo in parte,rende giustizia al non dimenticato Francesco Vasquez.

Icona categoriaChiesa Madre San Paolo

Note I lavori di costruzione della nuova matrice ebbero inizio,sotto la direzione del maestro lapicida Luciano Alì(1736-1820) nel 1764 e, dopo alterne vicende,furono terminati circa un secolo dopo. Il progetto originale dell'edificio,mai rinvenuto, è probabilmente attribuibile allo stesso Alì che, tra l'altro,nel 1785 fu investito della carica di “Architetto della Città di Siracusa”. Ben presto i lavori si fermarono per carenza di finanziamenti o quantomeno procedettero a rilento,considerando anche il fatto che nel 1766,in seguito ad un censimento delle persone,nel piccolo borgo di Solarino abitavano 235 persone. Nell'anno 1830 si appaltarono i lavori per il proseguimento della costruzione,con progetto di completamento eseguito dal padre cappuccino Vincenzo Bonaventura da Sortino (1787-1851) che nel 1825 aveva conseguito la “patente di Perito Urbano Architetto”. Anche questa volta,dopo una prima spinta iniziale,i lavori procedettero a rilento negli anni. Nel 1853 la Chiesa era ultimata in rustico nella parte interna,completa di coperture nelle tre navate,con un pavimento in basole di pietra calcarea ma senza intonaci e stucchi. Nello stesso periodo fu completata la cella campanaria ed edificata la torretta dell'orologio con l'istallazione dello stesso. In particolare fu realizzato un rinforzo nella muratura portante e nei pilastri a piano terra,in corrispondenza della cella campanaria e dell'orologio, e nel 1861 vennero sostituite le campane. Solamente nel 1887 la parte interna fu completata con la realizzazione degli intonaci e la sostituzione della pavimentazione in pietra calcarea,ormai deteriorata,con un pavimento in pietra pece. Nel 1914,l'originario orologio con quadrante in pietra venne sostituito con quello attuale. Negli anni 1952 e 1953 il prospetto della chiesa,ancora mancante di parte della trabeazione del secondo ordine e del frontale triangolare,fu finalmente completato. Nella seconda metà degli anni '60 la volta della navata centrale fu ridisegnata e ripitturata, riprendendo i disegni e le pitture originali di inizio secolo,con l'inserimento di quattro enormi quadri raffiguranti la vita di San Paolo. La torretta dell'orologio costruita in conci di tufo calcareo squadrato,in seguito agli eventi sismici del dicembre '90,ha subito dei dissesti con evidenti lesioni dovute allo scollamento dei blocchi calcarei,ed attualmente presenta una cerchiatura metallica provvisoria al fine di evitare ulteriori danni. Intorno all'anno 1995,la soglia di ingresso in marmo del portone centrale,posizionata ad un'altezza di cm. 13 dal piano del Sagrato,fu ribassata fino al livello del sagrato stesso,in modo tale da eliminare ogni dislivello tra interno chiesa e sagrato e ciò per rendere accessibile la chiesa ai portatori di “handicap”.

Icona categoriaGrotta del Ventaglio

Note Trattasi di una grotta carsica di rara bellezza per il suo meraviglioso sviluppo e per la splendida armonia di colori provenienti da miriadi di stalattiti e stalagmiti formatesi nel corso di milioni di anni e che la felice intuizione di un cronista dell'epoca,Mimmo Calafiore,battezzò “ grotta del ventaglio ” per via di una stalattite a forma di ventaglio molto grande sottile e trasparentissima,posta quasi al centro della stessa cavità. Una scoperta di grande bellezza ed importanza, avvenuta per caso il 27 ottobre del 1987 durante i lavori di scavo per la posa di tubi di fognatura, nel centro abitato,in Via Dante Alighieri, all'altezza del numero civico 20. Una grotta di modeste dimensioni ma con cunicoli che fanno supporre una infiltrazione ed una proiezione per decine di metri e,comunque,fino alla Piazza del Plebiscito da est e verso via Machiavelli da Nord giunta ad uno stato senile di “fossilizzazione” e che probabilmente è parte di un sistema reticolare concatenato con altre cavità del comprensorio già note e fruibili al pubblico, quali le grotte del Monello, Chiusazza, Palombara, Genovesi, ed altre, anche esse adornate da splendide formazioni di stalattiti e stalagmiti di eccezionale bellezza e purezza di dimensioni tali da dover supporre che il fenomeno carsico dura ormai da milioni di anni. Il sito è chiuso al pubblico per via della posizione nella quale esso è posto ma è oggetto di osservazione da parte di insigni studiosi che possono visitarlo con opportuna precauzione.